Una crisi su questa scala può riordinare la società in modo drammatico, nel bene e nel male. Ecco l'opinione di 34 esperti (accademici, directors, etc.) su ciò che verrà.
Il distanziamento sociale, sia nella vita sociale che nel business, continuerà dopo la fine della pandemia. Ciò creerà un grave danno per ristoranti, caffè, bar, discoteche, palestre, hotel, teatri, cinema, gallerie d'arte, centri commerciali, fiere dell'artigianato, musei, musicisti e altri artisti, luoghi sportivi (e squadre sportive), sedi di congressi (e produttori di congressi), compagnie di crociera, compagnie aeree, trasporti pubblici, scuole private, centri diurni. Vedremo un’esplosione di nuovi servizi di quella che si può già definire la Shut-in economy. La sorveglianza invasiva sarà considerata un piccolo prezzo da pagare per la libertà fondamentale di stare con altre persone.
Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto ciò che facciamo. Sulla base dello studio dell'Imperial College, il distanziamento sociale sarà una misura duratura nel tempo.
Un invito ad attrezzarsi cognitivamente a riconoscere e adattarsi al cambiamento perché "per inventare qualcosa di nuovo o apportare qualsiasi tipo di cambiamento nella società, bisogna innanzitutto essere in grado di immaginare come le cose possono essere diverse".
Il Rapporto cerca di comprendere come gli individui reagiscano rispetto a contenuti di informazione di qualità differente, quindi come valutino l’affidabilità delle notizie che ricevono, in che misura siano in grado di riconoscere contenuti di disinformazione e come, in questo processo decisionale implicito, si inseriscano le percezioni dei fenomeni socioeconomici insieme ad altri elementi, soggettivi e oggettivi, caratterizzanti l’individuo e il contesto che lo circonda.
Autori: Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
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